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Le origini del Mercato Unico e l’armonizzazione delle regole all’interno della Comunità Europea

La realizzazione di un mercato unico ha rappresentato un processo lungo e arduo. Mettere d’accordo paesi con diverse culture economiche e finanziarie ha richiesto sforzi, generato rischi e limiti. In campo finanziario, tale realizzazione va inquadrata in un più ampio processo di avvicinamento delle normative dei paesi all’interno dell’Unione Europea.

Le fasi grazie alle quali si è riusciti a realizzare il mercato unico sono state
essenzialmente quattro:

  • Trattato di Roma
  • Atto Unico Europeo
  • Libro Bianco
  • Pacchetto Delors


IL TRATTATO DI ROMA

La prima fase ha inizio con il “Trattato di Roma” del 25 marzo 1957, attraverso il quale si istituisce la Comunità Economica Europea (CEE). Gli obiettivi del trattato sono molteplici:

l’eliminazione dei dazi doganali tra gli stati membri per favorire la libera circolazione di merci e persone, l’istituzione di una tariffa doganale esterna comune, l’introduzione di politiche comuni nei settori di agricoltura e trasporti, l’istituzione della Banca europea degli investimenti e lo sviluppo della cooperazione tra gli stati membri.
Per raggiungere tali obiettivi, il trattato pone alcune linee guida e definisce il quadro per l’attività legislativa delle istituzioni comunitarie. Il processo di realizzazione si rivelò lento soprattutto a causa delle modalità di emissione delle direttive della Comunità caratterizzata dalla volontà di giungere a regole uniformi.

Le prime direttive in materia finanziaria furono quelle bancarie, prima fra tutte la 77/780/CEE, direttiva di coordinamento che stabiliva una definizione di banca a livello europeo e i requisiti uniformi necessari al rilascio dell’autorizzazione all’esercizio di attività bancaria.

Negli anni si susseguirono una serie di normative in ambito di coordinamento bancario come la direttiva 689/98/CE nella quale è previsto il principio del riconoscimento delle autorizzazioni rilasciate dalle autorità di vigilanza del Paese in cui la banca ha la sede principale.

Per consentire un efficace sistema di vigilanza nel sistema di mutuo
riconoscimento sono stati creati accordi di cooperazione bilaterale e di consultazione.


L’ATTO UNICO EUROPEO


La seconda fase di realizzazione del mercato unico che diede una svolta nel
processo del suo sviluppo è stata la realizzazione dell’Atto Unico Europeo del 17 febbraio 1986, che rappresentò la prima revisione del Trattato di Roma e introdusse nuove regole:

  • Il voto a maggioranza qualificata, un importante mutamento nelle procedure decisionali dell’Unione Europea che si basarono, da quel momento in poi, sulla maggioranza dei voti dei singoli Paesi e non più, com’era avvenuto in passato, sull’unanimità, quest’ultima infatti aveva bloccato in passato, in numerose occasioni, varie iniziative d’integrazione in Europa. Il voto a maggioranza costituì un passo decisivo verso il trasferimento di sovranità dagli Stati membri alla UE, costituendo parte del cosiddetto «nuovo approccio» per la liberalizzazione delle barriere tecniche.
  • La libera circolazione dei capitali. L’Atto Unico Europeo istituì il principio della libera circolazione dei capitali all’interno della UE, che fu successivamente sostanziato da una serie di direttive culminanti, alla fine del 1980, con l’eliminazione di tutte le rimanenti restrizioni ai flussi di capitale tra i residenti della UE.
  • Nuove aree di competenza della Comunità Europea. L’Atto Unico Europeo portò infine a espandere le competenze della Comunità in nuove aree, concernenti in particolare l’ambiente, la coesione sociale, la ricerca e lo sviluppo tecnologico.


IL LIBRO BIANCO


La terza fase della realizzazione del Mercato Unico è rappresentata dal “Libro Bianco”, era essenzialmente composto da una lunga lista di misure da adottare per rendere significativa l’integrazione economica e da una scadenza per la loro realizzazione, il 31 dicembre 1992. Si trattava di poco meno di 300 proposte di direttive che la Commissione avrebbe sottoposto al Consiglio e che questi avrebbe dovuto approvare entro il primo gennaio 1993.

Inoltre, si chiarivano esplicitamente gli obiettivi da raggiungere grazie
all’approvazione delle 300 direttive:

  • l’abolizione di tutte le frontiere che segmentavano il
    grande mercato comunitario in tanti piccoli mercati nazionali;
  • la liberalizzazione dei mercati ancora chiusi a causa delle diverse regolamentazioni nazionali;
  • la sostituzione degli accordi commerciali redatti da ciascun paese con i paesi extra-comunitari, con un unico accordo tra l’Europa nel suo complesso e i paesi extra-europei.

La fortuna del Libro Bianco consistette essenzialmente nei due strumenti giuridici utilizzati per l’eliminazione delle barriere non tariffarie:

  • il principio del mutuo riconoscimento
  • la votazione a maggioranza qualificata da parte del Consiglio

Con l’uso del principio del mutuo riconoscimento divenne più facile liberalizzare i mercati ancora chiusi alla concorrenza europea e, con la votazione a maggioranza qualificata (anziché all’unanimità), il Consiglio
poté discutere le 300 direttive proposte senza soggiacere al diritto di veto dei singoli partner comunitari.

Oltre a ciò, altre caratteristiche del Libro Bianco ne determinarono la fortuna. In particolare, esso fu presentato come un intervento liberista, una politica per fattori garantita da una delimitazione temporale, il 1993 per l’appunto e dall’assenza di costi diretti di realizzo. Tale percezione evitò la creazione di ostacoli da parte dei singoli paesi membri che, non capirono subito la rivoluzione economica e politica che il Libro Bianco implicava sulla strada del federalismo europeo, con il progressivo svuotamento del potere di intervenire sull’economia da parte dei singoli paesi partner.


IL PACCHETTO DELORS
La quarta fase è rappresentata dall’emanazione del “Pacchetto Delors” che
conteneva una serie di proposte di riforme e fu redatto dalla Commissione europea nel 1987 per riordinare la finanza comunitaria, imbrigliare la spesa nell’agricoltura, sviluppare i fondi strutturali e rivedere le regole di gestione del budget.

Riferimenti:

http://www.treccani.it/enciclopedia/atto-unico-europeo_%28Dizionario-di-Economiae-
Finanza%29/

http://europalavoro.lavoro.gov.it/EuropaLavoro/Glossario/Trattato-di-Roma

http://www2.ceris.cnr.it/homedipendenti/vitali/dispense2010_11_ECO_UE/Il%20mercato%20unico%202 6%2011%202010.pdf

“Il diritto materiale della Comunità Europea”, Luigi Daniele, Giuffré editore, 2000

“Diritto dell’unione e delle comunità europee”, Fausto Pocar, Giuffré editore, 2003

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