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Studio e passione

Fonetica e Fonologia

La comunicazione tra gli esseri umani è strettamente legata alla dimensione sonora dato che il canale fonico-acustico è il mezzo primario attraverso cui vengono veicolati i messaggi.

La fonicità costituisce una proprietà fondamentale delle lingue storico-naturali e ad essa si aggiunge un’altra proprietà, la trasponibilità di mezzo ossia, una persona adulta oltre ad ascoltare e a parlare è in grado anche di leggere e scrivere, quindi di trasportare e veicolare il messaggio. Ad ogni modo il parlato è più basilare, i bambini imparano a parlare in modo spontaneo mentre per scrivere hanno bisogno di un insegnamento o basti pensare ad alcune lingue africane che sono solo orali.

L’analisi dei suoni è alla base della linguistica come altrettanto importanti, sono la descrizione del significato delle parole e le regole grammaticali che servono a combinare le parole tra loro. Nella linguistica esistono varie branche di studio; lo studio del significato spetta alla semantica, la sintassi invece studia la struttura della frase, lo studio dell’aspetto fonico del linguaggio invece è alla base di altre due discipline, la fonetica e la fonologia.

Per capire la differenza tra fonetica e fonologia occorre avere ben in mente un concetto fondamentale della linguistica moderna, la dicotomia langue et parole introdotta da Ferdinand De Saussure:

Langue: lingua intesa come sistema mentale astratto, un insieme di unità e di regole che viene condiviso dai parlanti di una certa comunità.

Parole: uso effettivo che i parlanti fanno di questo sistema negli atti comunicativi concreti.

Dunque, presa visione di questa dicotomia possiamo distinguere:

FONOLOGIA: analizza la struttura fonica della lingua dal punto di vista della langue. Focalizza il suo studio sulla “forma” dei suoni linguistici, ossia il modo in cui i suoni si oppongono gli uni agli altri per formare le parole. Studia la funzione dei suoni nel sistema linguistico. L’unità minima è il fonema che corrisponde ad una classe astratta di suoni con identica funzione all’interno del sistema linguistico.

FONETICA: studia i suoni del linguaggio così come vengono prodotti nelle parole, studia dunque la sostanza e, l’unità minima è il fono, cioè il suono linguisticamente articolato così come si presenta materialmente.

La semantica analizza il significato, mentre per il significante bisogna distinguere due livelli di analisi (doppia articolazione del significante), questa doppia articolazione è dovuta al fatto che sul piano del significante possiamo individuare in un primo momento delle unità dotate di significato i morfemi che, a loro volta, sono composte da unità prive di significato, i fonemi.

Lo studio dei morfemi spetta alla morfologia e alla sintassi, mentre lo studio dei fonemi spetta alla fonetica e alla fonologia al cui interno possiamo distinguere delle sotto-discipline.

Per quanto riguarda la fonetica possiamo distinguere lo studio in:

Fonetica articolatoria: studia la produzione dei suoni da parte del parlante, descrive e studia gli organi che si occupano della produzione dei suoni.

Fonetica acustica: studia le proprietà dei suoni del linguaggio in quanto segnali acustici, cioè onde sonore complesse che si propagano nell’aria.

Fonetica uditiva: studia la percezione dei suoni da parte di chi scolta, descrive dunque l’anatomia e la fisiologia dell’apparato uditivo.

Per quanto riguarda la fonologia possiamo distinguere lo studio in:

Fonologia segmentale: individua i segmenti che hanno un valore funzionale nel codice lingua, descrivendo anche eventuali alterazioni che tali segmenti possono subire.

Fonotassi: individua le regole di combinazione dei suoni nella catena parlata, questo perché i suoni non occorrono mai in isolamento ma formano delle unità maggiori.

Prosodia: tuttavia è forviante concepire l’enunciato come una mera concatenazione dei segmenti. Ci sono delle proprietà come accento, ritmo, intonazione, che sono al di sopra dei singoli segmenti, questi vengono studiati dalla fonologia “soprasegmentale” o prosodia.

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