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Studio e passione

Cosa studia la scienza delle finanze

La scienza delle finanze si occupa dell’attività finanziaria pubblica, cioè
l’insieme di meccanismi e princìpi che regolano l’operato dello Stato e degli Enti territoriali (Regioni, Province e Comuni) al fine di reperire le risorse necessarie all’erogazione dei servizi pubblici.

Da una parte abbiamo quindi le entrate pubbliche, che rappresentano l’insieme delle risorse che affluiscono allo Stato e agli altri enti pubblici per far fronte al fabbisogno finanziario della loro gestione. Sono costituite da tutti i redditi, proventi, crediti di qualsiasi natura, imposte e tasse, che lo Stato e gli altri enti pubblici hanno diritto di riscuotere in virtù di leggi, decreti, regolamenti o altri titoli.

Dall’altra parte si trovano le spese pubbliche, rappresentano l’insieme delle spese che lo Stato o gli enti pubblici effettuano per soddisfare gli interessi pubblici.

Da tutto questo si evince che il sistema finanziario pubblico è composto da diversi elementi:

  • I soggetti attivi, dotati di potere impositivo, cioè possono imporre i tributi in base alla legge. Nel nostro sistema tributario tale potere compete allo Stato e gli Enti territoriali minori (Regioni, Province e Comuni).
  • I soggetti passivi sono invece i contribuenti che devono sottostare al
    potere impositivo dei soggetti attivi, il rapporto tra soggetti attivi e passivi è regolato dalla legge, che conferisce ai primi precisi poteri giuridici.
  • Beni economici di proprietà pubblica sono costituiti da fattori produttivi
    come (terreni, fabbricati, imprese, fonti di energia) e da altri beni economici come (denaro, arredamenti di uffici, quadri ed oggetti dei musei), purché siano di proprietà pubblica.
  • Rapporti giuridici, fra i soggetti attivi e passivi, oppure fra i soggetti stessi e i beni economici di proprietà pubblica.

Come precedentemente scritto gli enti pubblici devono reperire le risorse necessarie al soddisfacimento dei bisogni della collettività. Tali bisogni vengono chiamati bisogni pubblici e sono i bisogni che vengono avvertiti dalle persone in quanto membri di una collettività, ad esempio di bisogni di giustizia, di ordine pubblico di istruzione e di difesa nazionale.

Il diritto alle cure invece meriterebbe un capitolo a parte perché, nonostante sia il bisogno primario per eccellenza, a livello globale, si hanno due approcci totalmente

diversi, uno è quello europeo dove il sistema sanitario è garantito dallo Stato ed è affiancato da strutture private, il secondo è quello americano dove il sistema sanitario è quasi interamente in mano a soggetti privati e le spese per le cure sono gestite da apposite polizze assicurative sulla salute mentre il sistema nazionale pubblico copre solo una ridotta fascia di popolazione più debole.

Per soddisfare i bisogni collettivi lo Stato e gli altri enti pubblici producono beni e servizi, affrontando ovviamente un costo, la somma totale delle spese pubbliche prende il nome di fabbisogno finanziario. Le spese pubbliche si possono classificare come segue:

  • Rispetto all’ente che le effettua, si hanno spese statali e spese locali
    sostenute rispettivamente da Stato e enti pubblici territoriali, Regioni, Province e Comuni.
  • Rispetto allo scopo si hanno le spese di governo, che sono quelle relative
    al soddisfacimento dei bisogni pubblici, quindi le spese per l’organizzazione pubblica, per la sicurezza e per lo sviluppo economico e sociale. Le spese di esercizio che sono quelle sostenute per conseguire le entrate, quindi le spese per l’accertamento e la riscossione delle imposte, gli oneri finanziari relativi al servizio del debito pubblico, i costi per la gestione del demanio.
  • Rispetto al loro ripetersi nel tempo si hanno le spese ordinarie e le spese straordinarie, le prime si ripetono regolarmente ogni anno e sono quindi prevedibili nel loro ammontare (ad esempio, stipendi e pensioni dei dipendenti pubblici). Le seconde sono connesse ad eventi imprevedibili come un terremoto, un’inondazione o una guerra.
  • In base alle norme giuridiche che le regolano, le spese possono essere obbligatorie o facoltative, le prime previste dalle leggi, le seconde discrezionali.
  • In rapporto alla destinazione economica si hanno spese correnti e spese in conto capitale. Le prime riguardano la produzione dei servizi pubblici o connesse all’acquisto di beni utilizzati per i servizi pubblici (ad esempio materiali di cancelleria). Le spese in conto capitale riguardano invece la produzione e si distinguono in investimenti diretti, (acquisto di macchine, attrezzature, spese per le opere pubbliche) e investimenti indiretti (sovvenzioni ad imprese private, sussidi a famiglie o di disoccupazione).
  • Dal punto di vista degli effetti economici, si fa una distinzione tra spese
    produttive
    che sono costituite dai pagamenti effettuati a soggetti a fronte di beni e servizi forniti agli enti pubblici, le spese redistributive riguardano invece il trasferimento di denaro e certe categorie di cittadini per scopi sociali. Le spese produttive svolgono un ruolo importante in quanto fanno aumentare il reddito nazionale e consentono la creazione delle infrastrutture che sono alla base per lo sviluppo futuro del reddito stesso. Le spese redistributive hanno lo scopo di correggere la distribuzione del reddito determinata dal mercato, agendo a favore
    delle categorie più deboli.

Riferimenti:

Manuale scienza delle finanze, Esselibri S.P.A., Casoria,2001

A. Carinci, T. Tassani, Manuale di diritto tributario, edizione 2018

https://www.studiamo.it/pages/diritto-tributario-e-scienza-delle-finanze-scienza-delle-finanze-introduzione-alla-scienza-delle-finanze/

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